Nell’articolano si ascrivono infondatamente e genericamente ai farmacisti traffici illegali, condotte truffaldine e violazioni fiscali: ove i fatti riferiti fossero veritieri e suffragati da prove, essi andrebbero sicuramente perseguiti nei confronti dei responsabili, ma ciò non legittima generalizzazioni atte a screditare l’intera categoria professionale.
L’articolo pubblicato veicola il decettivo messaggio che il guadagno conseguito dal farmacista con il proprio lavoro sia una colpa, senza affatto considerare che i prezzi di vendita al pubblico sono inevitabilmente condizionati dall’incremento subito nell’attuale emergenza dai documentabili costi di approvvigionamento all’ingrosso dei dispositivi di protezione, che i farmacisti nell’emergenza coronavirus stanno ponendo a repentaglio la propria incolumità personale per assicurare il servizio e che molti di essi hanno anche fornito gratuitamente alle istituzioni pubbliche e alle categorie sociali in difficoltà dispositivi di protezione e disinfettanti.
Va pure chiarito che la vendita delle mascherine non costituisce affatto esclusiva delle farmacie, come dimostrato peraltro dalla veste grafica dello stesso articolo qui contestato che indirizza al sito di una parafarmacia la quale propone la vendita on line di 10 mascherine di non meglio identificata tipologia all’esorbitante prezzo di euro 99,00.
Con l’obiettivo di consentire ai farmacisti chiamati in causa dall’articolo di dare la propria versione dei fatti corrispondente al vissuto quotidiano, si porgono distinti saluti
Il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti
Dr. Vincenzo Buonocore
Il Presidente di Federfarma
Dr.Umberto D’Alia